Alexander Pope (1688-1744) fu un celebre poeta, scrittore e traduttore del periodo neoclassico inglese. Fu un deista come si nota principalmente nella sua opera “An Essay on Man” (“Un saggio sull’uomo”), pubblicata tra il 1733 e il 1734, nel quale affronta temi filosofici e teologici, esaminando la condizione umana, la natura della divinità e il posto dell’uomo nell’universo.
In questa opera, Pope espresse una visione cosmica razionalista e spesso utilizzò l’argomento del disegno intelligente per sostenere la sua posizione.
Il concetto del disegno intelligente implica che l’universo sia stato creato e guidato da un essere intelligente o un creatore, ma non necessariamente in conformità con una religione organizzata o un dogma specifico. In altre parole, il disegno intelligente suggerisce la presenza di un creatore o di una forza superiore, ma può essere interpretato in termini più razionali e naturali, piuttosto che attraverso un’interpretazione teologica tradizionale.
Nel “Saggio sull’uomo”, Pope sembra adottare questa visione, cercando di conciliare la teologia con il razionalismo dell’epoca. Egli esplora le imperfezioni dell’uomo e le disuguaglianze del mondo, ma sottolinea anche l’ordine e l’armonia presenti nell’universo, indicando che c’è una “grande catena dell’essere” governata da una forza intelligente.
Pope era noto per la sua fiducia nella ragione e nella logica, elementi chiave anche nel pensiero deista. Egli cercava di conciliare la teologia con la ragione, enfatizzando la coerenza dell’universo e la sua complessità, ritenendo che queste caratteristiche potessero essere comprese e spiegate attraverso il ragionamento razionale.
Infine ci sono testimonianze che indicano che Pope era coinvolto in atti di carità e filantropia. Ad esempio, si dice che abbia contribuito finanziariamente a sostegno di amici e di persone in difficoltà. Questo comportamento è indicativo di un’impronta etica e di un’impegno per il bene sociale, aspetti che spesso sono condivisi da persone con una visione deista.