Cesare Beccaria (1738-1794) è stato un giurista e filosofo deista italiano famoso per il suo trattato “Dei delitti e delle pene” (1764), che ha influenzato il pensiero sulla giustizia penale, promuovendo l’umanità e l’equità nelle pene, basate sulla ragione anziché sulla brutalità. Considerato un esempio di illuminismo italiano.
Razionalità e Natura
Beccaria attribuiva grande importanza alla ragione umana e alla natura come guide per la comprensione del mondo e la formulazione delle leggi. Questa enfasi sulla ragione e sulla natura rifletteva l’approccio deista, che sostiene che Dio ha creato un ordine razionale e naturale nell’universo.
Separazione tra Religione e Legge
Nel suo trattato, Beccaria evitava di fare affidamento su argomenti religiosi diretti per giustificare il sistema legale e le pene. Questa separazione tra religione e legge era coerente con la prospettiva deista, che tende a minimizzare il coinvolgimento divino diretto negli affari umani.
Critica alla Tortura e alle Pene Crudeli
Beccaria si oppose fortemente alla pratica della tortura e delle pene crudeli, basando le sue argomentazioni sulla compassione, sulla ragione e sul rispetto per la dignità umana. Questa critica era in linea con la visione deista di un Dio giusto e compassionevole che avrebbe creato un mondo in cui le sofferenze inutili e inumane dovrebbero essere evitate.
Uguaglianza e Giustizia
Beccaria sottolineava l’importanza dell’uguaglianza di fronte alla legge e della giustizia equa per tutti i membri della società. Questo approccio rifletteva la visione deista di un Dio che avrebbe creato tutti gli esseri umani uguali e avrebbe stabilito principi di giustizia universale.
Utilizzo della Ragione nella Gestione della Società
Beccaria promuoveva l’uso della ragione e della logica nella gestione della società e nell’applicazione delle leggi, piuttosto che affidarsi ciecamente a dogmi religiosi. Questo rifletteva l’approccio deista, che enfatizza la capacità umana di ragionare e comprendere il mondo.