Un’argomentazione apparentemente efficace per dimostrare l’inutilità di Dio nella nascita dell’universo (e quindi la sua inesistenza) è la teoria del Big Bounce.
Secondo questa teoria, prima del Big Bang c’era un altro universo, che si è compattato per la forza di gravità fino a generare un’esplosione che ha dato vita all’universo attuale.
Quindi l’universo non sarebbe nato 14 miliardi di anni fa con il Big Bang, ma starebbe rimbalzando (bounce) da sempre, quindi sarebbe eterno. Ad oggi però non esistono evidenze scientifiche della validità di questa teoria.
Al contrario, secondo uno studio pubblicato su Physical Review Letters, una tra le più prestigiose riviste di fisica, se fosse avvenuto il Big Bounce avrebbe dovuto lasciare dei segni nella luce primordiale, nota come fondo cosmico a microonde (CMB), ma confrontando le osservazioni condotte dal satellite Planck con la CMB simulata nel caso in cui l’Universo fosse rimbalzato una sola volta su se stesso, non è stata trovata quella particolare impronta del rimbalzo.
Ma se il Big Bounce non è mai avvenuto, allora si torna alla domanda più antica del mondo: “perché c’è qualcosa anziché il nulla?”.
In ogni caso, anche se la scienza dovesse andare in direzione contraria a quella attuale, e riuscisse a dimostrare la consistenza della teoria del Big Bounce (a dispetto di ciò che afferma oggi) non si potrebbe ancora escludere Dio, ma semplicemente si sposterebbe la domanda: perché esiste un ciclo infinito di universi invece del nulla?