Michele Serveto può essere considerato un deista cristiano e un deista ante litteram principalmente per le sue idee teologiche, che si discostavano dalle dottrine tradizionali della Chiesa cristiana del suo tempo.
Negazione della Trinità
Serveto respingeva la dottrina della Trinità, che è fondamentale per molte confessioni cristiane. Egli vedeva Dio come un’unità indivisibile, rifiutando l’idea della Trinità composta da Padre, Figlio e Spirito Santo. Questa concezione di Dio come un’entità unica e indivisibile è più vicina al deismo, che tende a vedere Dio come un’entità razionale e unitaria, piuttosto che come una Trinità di persone.
Ricerca della verità attraverso la ragione
Serveto credeva nella ricerca della verità attraverso l’uso della ragione e della scienza, piuttosto che accettare ciecamente le dottrine religiose tradizionali. Questo lo avvicina alla mentalità dei deisti, che considerano la ragione e l’osservazione del mondo naturale come strumenti primari per comprendere la divinità, anziché affidarsi esclusivamente alla rivelazione religiosa.
Critica alle istituzioni religiose
Serveto era critico nei confronti delle istituzioni religiose del suo tempo, inclusa la Chiesa cattolica e le chiese protestanti. Vedeva queste istituzioni come corrotte e intrise di dogmatismo, e cercava di promuovere una forma più razionale e naturale di spiritualità. Questa sfiducia nelle istituzioni religiose e l’accento sulla ragione riflettono il pensiero dei deisti, che spesso erano scettici nei confronti del potere e dell’autorità delle chiese organizzate.
Pertanto, Serveto può essere considerato un deista cristiano perché le sue idee teologiche e la sua visione della religione lo avvicinano al deismo, pur mantenendo un’impronta cristiana nelle sue concezioni di Dio e nella sua interpretazione della Bibbia. Inoltre, può essere considerato un deista ante litteram poiché le sue idee si svilupparono prima che il deismo come movimento filosofico e religioso distintivo emergesse in Europa nel XVII secolo.