Ogni religione, per legge, ha quelli che sono definiti “ministri di culto”. Essi vengono chiamati preti nel Cristianesimo, imam nell’Islam, rabbini nell’Ebraismo, bonzi nel Buddhismo, e così via.
Per quanto riguarda il Deismo, l’Unione Deista Italiana, di fronte alla necessità di definire un titolo per i “ministri di culto”, ha deciso di utilizzare il termine Lume, sia in riferimento a l’Età dei Lumi, sia al cosiddetto Lume della Ragione che dovrebbe ispirare ogni deista.
Inoltre secondo la Treccani, il termine Lume, tra i tanti significati che ha nella lingua italiana, identifica anche quello di “persona di gran merito e di gran sapere […] che costituisce una guida”.
Come nelle altre religioni, il sacerdote deista funge da mediatore tra i fedeli e la divinità. Ma a differenza delle altre religioni, il Lume non è indispensabile. Lume infatti deriva da lumen, che significa “finestra, apertura che dà luce”. Il Lume non è la Luce, non esistono assurdità come “infallibilità papale” nel Deismo, ciò che dice un Lume non ha in nessun caso più valore di altri per il solo ipse dixit. Il Lume è qualcuno che, tramite argomentazioni prive di fallace logiche, può aiutare chi si è appena avvicinato al Deismo ad approfondire la sua conoscenza e le sue riflessioni spirituali. Ma ogni Deista può “aprire la finestra” anche da solo.
Il compito dei Lumi è diffondere la conoscenza del Deismo e combattere per i valori di tolleranza e fratellanza universale che promuove l’Unione Deista Italiana. Infine, inutile dirlo ma è bene precisarlo, tra i Lumi ci sono anche sacerdotesse di genere femminile.